LE GARE IN SERBIA

Grande Cerca 4-8 Aprile 2006

 

Sono stato in Serbia per le gare di Grande Cerca dei primi di aprile. Sono partito con due amici, uno di Reggio Calabria che è passato a prendermi in Basilicata per proseguire insieme verso Padova dove ci attendeva un altro compagno di viaggio, e poi via alla volta di Natalincj dove abita ormai da tempo il nostro mentore Modenese.

Ero curioso di vederla, la Serbia, dopo averne sentito parlare tanto, delle sue tante starne e dei suoi terreni perfetti. Il viaggio è stato massacrante, circa 2000 Km di viaggio che, pur se fatti tutti in autostrada, sono sempre tanti da affrontare. Avevamo con noi 15 cani da addestrare negli intervalli delle gare.

Nella foto da Sinistra: Filippo Mattei con la sua brava cagna Maia, Filippo Foti con una giovane pointer ed io col grande Giove di San Pellegrino prima di un turno di allenamento
L'incantevole eleganza di 

Birba di Montale Rangone

 (Zora di San Pellegrino X Tartaro del Vento)

Vederla all'opera è valso da solo il viaggio. Ora è nelle mani di un grande dresseur, sono sicuro che rinnoverà i fasti della sua grande madre.

Il viaggio di piacere è sempre bello da affrontare perché cementa l’amicizia di chi ha una passione comune, per noi quella dei pointer, ma tanta strada si fa sempre fatica a percorrerla. Italia, Slovenia, Croazia e poi finalmente la frontiera Serba. Appena passata la frontiera tra la Croazia e la Serbia si nota subito la differenza, ti sembra che il tempo si sia fermato, ti senti avvolgere da un alone di mistero, tutto sembra più ovattato, lento, tranquillo. E’ una strana, piacevole sensazione che mi ha poi accompagnato per tutto il soggiorno.

Natalincj invaso dai furgoni dei dresseur il giorno della gara Nis, un mezzo di trasporto non inusuale Riparo per i contadini comuni anche da noi: dalla natura ci si difende ovunque allo stesso modo.

Dopo una bella giornata passata con i cani e gli amici a volare le starne, passeggiare poi di sera nei piccoli paesini a sud di Belgrado ed essere coinvolto in un ritmo di vita lento, dove si avverte una piacevole sensazione di semplicità ti fa sentire in pace con il mondo. Ed è una bella sensazione soprattutto se ci si prende una settimana di pausa dalle fatiche e dagli stress della nostra vita di tutti i giorni.

Certo ci vuole anche un pretesto per arrivare fin lì, e per noi il pretesto erano le prove di Grande Cerca che sono state organizzate dal 4 all’8 di Aprile.

Noi siamo arrivati quattro giorni prima per muovere dei cuccioloni e per stare in compagnia del nostro amico “Barba” col quale si erano diradati i contatti da quando si è trasferito nel piccolo paese di Natalincj. Il piacere della sua compagnia è stato un altro motivo per affrontare questa bellissima trasferta.

Appena giunti lì ho notato subito con meraviglia la grande disponibilità delle persone, dei contadini. Stiamo parlando di una nazione molto povera, dove una delle poche, se non l’unica fonte di sostentamento è la poca agricoltura  e i contadini ci permettevano di allenare i cani nei loro campi, cosa che ovviamente facevamo nel pieno rispetto delle colture, senza che ci venisse contestato alcun chè, non c’era bisogno di permessi per muovere i cani, cosa da noi impensabile.

Abbiamo trovato tanti fagiani nei turni di allenamento, ma soprattutto tantissime starne. In coppie, singole e sempre pronte all’involo, scaltre.

E’ stato un bel divertimento aspettare così la prima prova a Grande Cerca del 4 Aprile. Il primo giorno di prove ho seguito la batteria della signora Fay De La Vallaz che, con grande signorilità, mi ha permesso di accompagnarla al suo seguito per farmi vedere da vicino quei cani che mi interessavano particolarmente. Il giorno dopo ad usare la stessa gentilezza nei miei confronti è stato il grande Oscar Monaco. E’ stato davvero divertente oltre che istruttivo. Tante starne, per tutti i turni. C’è chi le ha sfruttate al meglio e chi invece ha pasticciato ma abbiamo comunque assistito ad una prova davvero interessante dove c’è stata la possibilità per tutti i cani di esprimersi al meglio e di incontrare le starne. Si sono avuti più volte anche due punti contemporaneamente su due coppie diverse, davvero uno spettacolo grandioso. Finalmente dei cani si è potuto ammirare tutto il loro bagaglio fenotipico, oltre al movimento si è visto anche la presa di punto, l’intelligenza, la facilità di andare a punto, tutte le qualità che sono il bagaglio completo di un cane da ferma.

Girandola con Zen del Feltrino: a sinistra durante il turno del CAC e a destra lo sgancio al barrage dove ha fatto la ris. CACIT Barrage del II° giorno: Cacit Piro di Lombardi

Le classifiche numerose e piene di Eccellenti sono lì a dimostrare che i cani ci sono e se messi in condizione di incontrare animali veri fanno emergere tutte le loro potenzialità e le loro qualità, che certo fanno onore alla selezione di casa nostra.

Sono un modestissimo proprietario che aveva un cane che correva in quelle prove. Mi ha fatto piacere, e come a me sono sicuro anche a tutti gli altri proprietari, il fatto che dopo tanto dressare ed allenare una trasferta si trasformi finalmente in qualcosa di concreto perché gli animali ci sono ed i cani hanno la possibilità di concretizzare ciò che hanno imparato. Non si fanno sacrifici inutili, anche economici, e poi non si muove classifica perché manca la materia principale, il selvatico e di conseguenza la possibilità, per un cane, di incontrare e mettersi in luce.

C’erano starne per tutti e cani ben preparati e, altra nota positiva, una bella varietà dei terreni. Coltivi interrotti da arati ed inframezzati da strisce di gerbido con medicai e qua e là qualche frutteto. Era un bel vedere cha appagava la vista ma soprattutto si è potuto assistere a dei turni fantastici, dove emergeva il cane intelligente, che utilizzava quella “intelligenza venatoria” che è il bagaglio principe di un cane fermatore, ausiliare nato per il carniere. Ho visto sovente cani che lasciavano il percorso impostato destra-sinistra per fare una puntatina là dove l’istinto gli suggeriva di perlustrare, mettevano la fantasia all’ausilio del binomio naso-cervello e non solo delle gambe. Tanti bei punti fatti in questo modo. Le selezioni fatte in questo modo sono indiscutibilmente altamente probanti.

Tutti i cani che hanno ottenuto le qualifiche si sono comportati da veri cacciatori, stilisti, ordinati nel percosro ma intelligenti nella cerca. I giudici sono ovviamente molto più bravi di me nell’assegnare i giudizi e dare le classifiche, ma bravi sono stati i cani a sfruttare intelligentemente i terreni e le starne vere della Serbia e con loro i dresseur che ne hanno saputo assecondare le doti.

Torniamo un attimo al clima che si respirava in queste prove con un piccolo inciso che secondo me è indicativo del clima generale. Durante lo svolgimento della prova il primo giorno, ad un certo punto la gentilissima signora Fay De La Vallaz mi ha detto con un po’ di meraviglia: non è quasi mai successo di essere d’accordo su tutto con i colleghi di giuria. Ogni commento su questo o quel soggetto era subito condiviso dagli altri due giudici senza discussioni…avrei voluto dirgli della sensazione che mi ha accompagnato fin da quando ho oltrepassato la frontiera, di quel mondo ovattato e rilassato, di quella tranquillità interiore….mi avrebbe guardato stupefatta, sono stato zitto.

La giuria del primo giorno: al centro la gentilissima Fay De La Vallaz e a destra il buon Dragan Mitrovic

 

Alla fine della giornata di prove una buona doccia rigenerante e poi via, a cercare la simpatia e la cordialità di Dule, che all’anagrafe fa Durko Sormaz, il mattatore dell’organizzazione, insieme a Dragan Mitrovic. Sono loro due che hanno organizzato le prove alla perfezione, e che di sera  si prendevano cura di tutti quelli che erano al seguito dei cani.

Anche il loro comportamento era in linea con quanto detto finora, massima cordialità e simpatia, per la sera c’era sempre qualcosa di organizzato per far stare insieme giudici concorrenti e pubblico. Il loro intento era quello di creare un clima cordiale dove poter condividere tutti insieme le emozioni della giornata. E’ anche da queste attenzioni che poi scaturisce un clima sereno che ti fa vivere bene una trasferta di questo tipo.

Dule, il Richard Gere della Serbia, insieme alla sua bellissima compagna erano sempre in prima fila ad animare le serate cinofile, si parlava di cani e il sorriso non mancava mai, neanche a chi quella giornata non era andata bene. Io l’ho soprannominato signor NEMA PROBLEMA, scritto come si pronuncia e che in serbo vuol dire nessun problema. Tu gli chiedevi la luna e lui: nema problema.

Dule, il mitico signor Nema Problema: 

si merita in pieno l'appellativo di Richard Gere della Serbia.

Dragan, l’altro grande mattatore dell’organizzazione era solo più riservato ma pronto anche lui a prendersi cura dei problemi di chiunque.

E’ la grande voglia che hanno di non scontentare nessuno e di fare bella figura, di accontentare fin oltre le loro responsabilità chiunque si trovi lì al seguito dei cani.

Bravi.

Questi ragazzi se le meritano queste prove, ne hanno bisogno e noi credo che abbiamo bisogno di posti così, con quella qualità dei terreni e della selvaggina e, non ultimo, con quel tipo di accoglienza. Meritano di organizzare prove e manifestazioni in misura maggiore ed anche più importanti. Per me hanno dimostrato di avere, oltre che selvaggina abbondante e terreni validi, anche ottime capacità organizzative.

Questo è ciò che ho provato e che volevo dire perché sento di aver lasciato in Serbia degli amici, che rivedrò con piacere alla prossima occasione.

A presto a tutti ed un ringraziamento a chi mi ha fatto sentire come a casa, pur in terra così lontana.

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